natura
Da oggi, quando sentiremo parlare di surriscaldamento globale non potremo non pensare allo scandalo delle mail. Si tratta di centinaia di missive telematiche recuperate dagli hacker nei computer della University of East Anglia, in Gran Bretagna, e pubblicate dal New York Times, in cui gli scienziati che sostengono la tesi del global warming lasciano trasparire d'aver manomesso i dati affinché la loro tesi reggesse indipendentemente dalle evidenze rilevate.
Così i negazionisti, altrimenti detti scettici, hanno colto l'occasione per ribadire che la tesi sul global warming non ha un sufficiente fondamento scientifico per essere avvallata. A chi dare credito? È possibile che il clima catastrofista a cui siamo quotidianamente assoggettati sia solo un'enorme bufala?